Storia

Tutto è cominciato alla fine del 2016 con la partecipazione e la vincita del bando GRIP, Giovani Risorse in Imprese Possibili, che premia le migliori idee di impresa.
Il Piano Territoriale GRIP, acronimo di Giovani Risorse in Imprese Possibili, è realizzato da una rete di 23 partner, con il contributo del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale e di Regione Lombardia. L’ente capofila è Azienda Speciale Consortile Comuni Insieme.
Il piano è stato ideato con l’obiettivo di proporre dei percorsi finalizzati all’acquisizione di competenze, allo sviluppo e alla valorizzazione delle capacità di innovazione e di lavoro autonomo dei giovani under 35, residenti in uno dei comuni dell’Ambito Territoriale di Garbagnate Milanese (comuni di Baranzate, Bollate, Cesate, Garbagnate Milanese, Novate Milanese, Paderno Dugnano, Senago, Solaro). Il premio, sotto forma di compenso monetario, era rivolto a giovani in età compresa tra i 18 e i 35 anni che intendessero avviare nuove iniziative imprenditoriali e a start up di giovani costituite da non più di 3 anni che intendessero sviluppare nuove iniziative. In breve tempo abbiamo scritto il progetto cercando di coniugare le nostre competenze in un contesto “naturale” gradevole e facilitante, quale quello della Cascina Balossa, al confine tra Novate Milanese e Cormano.

Ed ora eccoci qua, pronte per iniziare la nostra nuova avventura nella speranza che prima o poi riusciremo a realizzare il nostro sogno nel cassetto: quello di aprire un Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi infantili… “se son rose, fioriranno!”.

 

Il significato del nome “CADO”

“Cado per imparare a rialzarmi, cado per lasciarmi andare, cado per provare nuove emozioni!”

Il nome CADO, oltre a essere l’acronimo delle iniziali dei nostri due nomi (CAmilla e DOnata), è nato come metafora pensando all’importanza del cadere per imparare a rialzarsi, sotto tutti i punti di vista.
Il bambino nasce come essere competente, deve solo allenare le sue competenze. Per questo è fondamentale per il bambino fare l’esperienza di muoversi libero nello spazio, senza troppe protezioni e sperimentare la caduta, solo così comprenderà cosa comporta il cadere e sarà poi in grado di rialzarsi autonomamente.
In quest’ottica il ruolo dell’adulto non dovrebbe essere quello di evitare la caduta, ma semplicemente sostenere la rialzata, se gli viene chiesto.
Cadere implica anche un “lasciarsi andare” ad esempio tra le braccia dell’altro, oppure la ricerca di nuove emozioni con la caduta libera ad esempio saltando su un materasso.
Il cadere dunque non ha solo un’accezione negativa, come spesso viene inteso, ma diventa l’opportunità di sperimentare qualcosa di nuovo e di importante nella crescita di ogni individuo.